9.5.12

L’ENIGMA DI CASTEL DEL MONTE

Castel del Monte.

di Gianni Lannes

Nei tempi correnti di miseria culturale abbiamo un’unica certezza, sappiamo quello che non è. Non era una fortezza militare, non era neppure una dimora di caccia e non era adatto ad ospitare una corte. Lo fece costruire attorno al 1240 uno dei personaggi più enigmatici e affascinanti del Medioevo: Federico II di Svevia, l’imperatore che per la vastità della sua cultura e dei suoi interessi cosmopoliti fu chiamato “Stupor Mundi” e “Puer Apuliae”. In queste pianure sassose e assolate una volta davvero “Apulia felix”, dove sono state sepolte due mogli del sovrano, Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra, Federico trascorreva giornate memorabili, impegnato nel suo svago preferito, la caccia col falcone. Una distrazione, diceva, che riusciva a fargli dimenticare gli affanni del potere. Tradizione e storiografia concordano almeno su un punto: fu lui stesso ad aver progettato il monumentale edificio a pianta ottagonale. Vi si fondono in perfetta simbiosi elementi dello stile arabo, romanico, normanno e gotico distribuiti nelle 16 sale trapezoidali dislocate su due piani collegati tra loro ad 8 torri. Il sole avrebbe determinato la scelta del luogo in cui l’edificio sorge (latitudine 41°05’00’’) e la distribuzione spaziale di archi, capitelli, colonne, architravi, finestre, camini, scale, mosaici.

Castel Fiorentino.

Cosmopolita - Le sue stanze oggi sono completamente spoglie, ma come apparivano un tempo? «Le sale erano molto più ricche di materiali e anche di colori - spiega Michela Tocci, direttrice del celebre monumento - Infatti, le pareti erano rivestite di lastre marmoree e di breccia corallina. Federico aveva trovato ispirazione a Palermo, capitale del regno normanno, precedentemente dominata dagli Arabi. Il sovrano aveva poi riproposto questa cultura artistica nelle sue edificazioni. Si era ispirato allo stesso mondo anche per l’astronomia, la matematica e altre discipline». Già, la matematica, la grande passione del sovrano, insieme alla geografia, alla geometria, allo studio dei fenomeni naturali della volta celeste. Castel del Monte è orientato perfettamente verso il punto dal quale sorge il sole, all’equinozio. Un osservatorio perfetto per studiare le fasi lunari e il passaggio dei pianeti nei segni zodiacali. La posizione risponde a un gigantesco gioco algebrico che si regge su un numero, l’8: espressione dell’equilibrio cosmico e della rosa dei venti. Basta ruotare l’8 di novanta gradi per trasformarlo nel simbolo dell’infinito. La reggia è stata progettata in ordine astrale del tutto indipendente dalle leggi dell’architettura. Il tempio iniziatico gronda di implicazioni scientifiche che ne fanno un labirintico libro di pietra. Sul tetto si mescolano alla brezza adriatica, venti africani, greci, balcanici; la vista spazia dalle Murge al Tavoliere fino al Gargano e al Vulture. In basso, tutto nasce e si dipana dal cortile - che rappresenta la Terra - a pianta ottagonale irregolare. Le disuguaglianze dei lati sono calibrate per ottenere un altro elemento cosmico: il cono processionale degli equinozi in base all’inclinazione dell’asse terrestre. Qui c’era una vasca - naturalmente ottagonale - che ora non esiste più, equivalente alla coppa ottagonale di smeraldo del Santo Graal dove si era raccolto il sangue di Cristo. Federico II era affiliato alla Pactio Secreta dei Templari che a Gerusalemme cercavano l’Arca dell’Alleanza e i segreti dell’antico sapere dei Faraoni, trascritti da Mosé in un linguaggio comprensibile soltanto agli iniziati. Il tempio federiciano da cui si scorgeva Vega - che fu stella polare 13 mila anni fa e lo sarà nuovamente tra 13 mila anni - ha altre pagine riservate alla divina proporzione, ossia al celebre rapporto 1,618, detto “numero d’oro” che, oltre ad armonizzare il corpo umano, ritroviamo nel complesso megalitico di Stonehenge, nella piramide egiziana di Cheope, nel Partenone, nella cattedrale di Chartres. La simbologia interna dell’edificio è ancora più affascinante. Le colonne del primo piano, ad esempio, sono riunite su tre corpi che formano un unico capitello sormontato dalle tavole della legge. Sarebbe la rappresentazione delle tre religioni del Libro: ebraismo, cristianesimo e islamismo che si amalgamano in una esclusiva filosofia universale. Il castello era forse stato concepito come un tempio, aperto ai saggi di varie religioni, dove la cultura occidentale si sarebbe dovuta fondere armoniosamente con quella orientale. O forse è un osservatorio per studiare il movimento dei pianeti in un’epoca in cui il confine fra astronomia e astrologia non era ancora così marcato e definito. Questo è il sublime fascino di Castel del Monte: un’ enigma formulato da una delle menti più brillanti del tormentato Medioevo. Il monumentale talismano di pietra dopo quasi 800 anni attende ancora una soluzione. Federico II muore improvvisamente a Castel Fiorentino, nei pressi di Torremaggiore (Daunia), un sito storico - a nord della Puglia - protetto sulla carta straccia istituzionale dove, grazie alle autorizzazioni del governatore Vendola, ora si estrarranno idrocarburi dal sottosuolo, dopo aver consentito l’insediamento di mostruose pale eoliche che hanno deturpato un luogo dalla memoria antica. Il “Puer Apuliae” dal 1250 riposa a Palermo: uno, due, cinque, zero. Sale il brivido: la somma fa ancora otto.

1 commento:

  1. Bellissima descrizione Gianni!
    Con tutte le volte che sono stato in quella bellissima terra che mi ha donato almeno metà (ma forse di più!) del mio sangue, mi sento uno stupido a non aver mai visitato questo bellissimo edificio. Sarà assolutamente da fare! :)

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